Sale, chimicamente conosciuto come "Cloruro di Sodio": il cloro avvelena, il sodio esplode... eppure assieme sono “il sale” della vita, oltre che della cucina.
Il sodio è un minerale necessario per la nutrizione che era poca diffusa nella preistoria. La selezione evolutiva ha sviluppato dei meccanismi fisiologici quali i sistemi ormonali e neuronali che servono per promuovere l’ingestione di sodio. La carenza di sodio determinrà l’attivazione di questi sistemi fisiologici che spingeranno l’essere umano a ricercare sostanze salate e uno stato di “ricompensa” quando vengono assunti cibi contentti sodio.
La carenza di sodio sembra essere associata a stati psicologici avversi tra cui anedonia, cognizione alterata e fatica.
In certe circostanze, i processi fisiologici che promuovo l’assunzione di saodio possono diventare così potenti da causare un’assunzione di sale in eccesso rispetto ai bisogni fisiologici.
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Il periodo pre-menopausa si riferisce a quella fase di vita della donna quando il ciclo mestruale diventa irregolare ed è aumentato il rischio di cadere in uno stato di umore negativo. L’uso dei trattamenti omeopatici per rispondere a questo problema è frequente, ma questo utilizzo non è supportato da solidi studi clinici.
Per rispondere alla necessità di dare un valore scientifico all’uso dell’omeopatia per questa patologia, degli studiosi messicani hanno valutato l’efficacia del trattamento omeopatico individualizzato rispetto alla fluoxetina (farmaco utilizzato per trattare la depressione) e al placebo in donne in pre e post-menopausa con diagnosi di depressione moderata o severa.
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Camomilla riesce quasi in un’impresa impossibile: avere gli stessi effetti del placebo, vale a dire nulli.
Attenzione però: questo è quanto emerge da uno studio molto specifico, in cui camomilla è stata testata solo per la sua efficacia contro l’insonnia. Infatti, nonostante questa pianta sia il rimedio fitoterapico più usato per problemi di sonno, la sua efficacia e sicurezza sono ancora relativamente poco esplorate.
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"Vitamina B12" è un termine con cui, in realtà, si identificano un gruppo di composti vitaminici contenenti cobalto: i corrinoidi. Nel linguaggio comune, la vitamina B12 è universalmente identificata con un solo di questi composti: la cianocobalamina.
La vitamina B12 si presenta come cristalli rossi e fa parte delle sostanze organometalliche complesse come emoglobina, clorofilla e citocromi che sono definite “i pigmenti della vita”.
I derivati di origine animale sono le fonti alimentari principali di vitamina B12, che non può essere sintetizzata da animali o piante, e tale ricchezza sembra dovuta all'azione di alcuni batteri simbiotici. Le più abbondanti fonti di vitamina B12 sono fegato, cervello, turolo d’uovo molluschi, maiale, pollo, salmone, sardine, latte, pesce, manzo, etc.
La vitamina B12 lavora in stretto relazione con il folato nella sintesi delle varie componenti di DNA e RNA, mantiene l’integrità del sistema nervoso e concorrere alla produzione di molecole coinvolte nella biosintesi di acidi grassi e di energia.
I sintomi della carenza di vitamina B12 (di cui necessitiamo di 2-3mg al giorno, poco meno del peso di una goccia d’acqua), sono causati dall’interferenza con la sintesi di DNA: in primis si manifestano sintomi di anemia ma, indipendentemente da quest'ultima, si possono verificare dei sintomi neurologici quali formicolio, intorpidimento, spasmi, depressione, insonnia.
Questi sintomi di carattere neurologico derivano dalla mancata trasforamzione della vitamina B12 in un coenzima che sintetizza molecole che concorrono alla sintesi della mielina (componente della guaina mielinica che ricopre le terminazioni nervose e consente la corretta trasmissione dell’impulso nervoso).
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