Le cheratocongiuntiviti vernali sono un a patologia infiammatoria della superficie oculare.
Avvengono comunemente nella prima decade di vita, e solitamente nelle zone temperate del globo terrestre. La patogenesi della cheratocongiuntivite sembra avere basi immunitarie, nervose ed endrocrine. I più comuni sintomi oculari sono lacrimazione, irritazione, arrossamento oculare e fotofobia. Sebbene la cheratocongiutivite abbia solitamente una prognosi benevola, la scarsa sicurezza riguardo l’origine della malattia rendono il trattamento una sfida per pediatri e oculisti.
A causa della mancanza di una scala di gravità condivisa, non c’è consenso mondiale circa i trattamenti di prima e di seconda scelta. La scelta per il trattamento di media-lunga durata ricade sulla ciclosporina topica o sul tacrolimus.
La concentrazione cui utilizzare questi farmaci è estremamente variabile. Uno studio italiano apparso nel 2010 suggeriva l’utilizzo di un collirio di ciclosporina in base oleosa alla concentrazione dell’1%. Dopo 4 mesi di trattamento i valori di infiammazione erano decisamente minori rispetto alla condizione di partenza. La ciclosporina non ha mai avuto concentrazioni sieriche significative, evitando quindi effetti collaterali sistemici, né ha danneggiato le cellule endoteliali.
Gli studiosi hanno voluto analizzare anche i risultati di un collirio più concentrato, al 2% di ciclosporina. Anche a questa elevata concentrazione, i segni e sintomi della cheratocongiuntivite si sono ridotti già dopo 2 settimane di trattamento senza tuttavia registrare particolari effetti collaterali.
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Nella visione antroposofica dell’uomo, il sonno riveste un ruolo di fondamentale importanza: è in questo momento, infatti, che si innescano tutti quei processi rigenerativi di fisico e mente che permettono al nostro organismo di ripristinare le energie spese nell’arco della giornata.
Un buon riposo è la base di qualsiasi processo di guarigione. Nella società attuale i problemi di insonnia sono sempre più diffusi e la medicina antroposofica ci offre qualche arma in più per combatterli.
Questo è un tema di cruciale importanza, tant’è che Steiner ne parlò diffusamente nelle sue conferenze, sia in quelle pubbliche che in quelle riservate ai medici. Ed è proprio ai medici che raccomandava di non trascurare mai la tipologia di sonno di cui godevano i loro pazienti, perché un’acuta e accurata osservazione del sonno poteva dare indicazioni riguardo le capacità rigenerative di cui era impregnato il corpo del paziente stesso.
Non solo: anche il sonnambulismo, gli incubi e i crampi notturni vengono ampliamente indagati da Steiner che ne attribuisce un’importanza fondamentale svincolandoli dalla concezione freudiana dei primi del novecento.
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Tra india e Birmania (oggi Myanmar) è diffusissima la pianta Neem, una delle più usate nella medicina popolare indiana: febbre, dolori, infezioni sono sempre stati i suoi target preferiti, ma veniva anche usata come insetticida o aiuto per la prevenzione dentale.
Il suo olio ha un odore strano, a metà tra arachide e aglio, e si sta scoprendo importante anche nella fitoterapia occidentale.
Oggi lo vediamo in associazione con l’olio di iperico, che invece è un rimedio tradizionale europeo: una preparazione a base di erbe medicinali, usata per la sua attività antiinfiammatoria, analgesica e antibatterica.
Uno studio del 2014 li ha appunto testati insieme, in una rara collaborazione Oriente/Occidente, su un problema abbastanza insolito: la guarigione da ferite craniche con l’osso esposto.
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Di vitamina B12 si era già parlato per il suo utilizzo in caso di mal di schiena. (QUI)
Ma la cianocobalamina può rivelarsi utile anche in caso di alterazioni cognitive nell’anziano e di neuropatie periferiche, che possono avere come agente eziologico proprio la carenza della vitamina in oggetto.
I sintomi della carenza di vitamina B12 (di cui necessitiamo di 2-3mg al giorno, poco meno del peso di una goccia d’acqua), sono causati dall’interferenza con la sintesi di DNA. In primis vi è una forma di anemia di tipo macrocitico megaloblastico, ma indipendentemente dall’anemia si possono verificare dei sintomi neurologici quali formicolio, intorpidimento, spasmi, depressione ed insonnia.
Sempre a riguardo del benessere del sistema nervoso, dalla vitamina B12 deriva un coenzima che sintetizza la metionina. La metionina è convertita in S-adenosilmetionina (SAMe): il principale donatore di gruppi metili nelle reazioni di trans-metilazioni, tra le quali si evidenzia quella sintetizza la mielina: componente della “guaina mielinica”: la struttura che ricopre le terminazioni nervose e consente la corretta trasmissione dell’impulso nervoso.
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